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IL RAMO RITROVATO
“Hai saputo trasformare tutti quei dati "tecnici" e "freddi" in una storia davvero appassionante”.
Gabriella B.
“È un libro delizioso per la cura e la limpidezza con cui è scritto. Si legge come un romanzo per il piacere della sua prosa e per sapere come vanno a finire le vicende.
Io ho sempre faticato a capire la storia, ma ho scoperto leggendo questo libro che con la formula di "storia al microscopio" usata da te riesco a capire anch'io e mi si illumina la spirito di un'epoca con tutte le sue dinamiche.
Mi devo poi complimentare per il coraggio e l'impegno dedicati a ritrovare il "ramo" della tua storia di famiglia. Sicuramente la verità raggiunta ti farà vivere meglio. Grazie di aver scritto questo libro”.
Carla M.
“Lavoro di grande impegno e di molto interesse. Bisogna amare forte chi ci ha preceduti per imbarcarsi in una tale mole di lavoro. Complimenti.”
Maria Grazia C.
“Il ramo ritrovato è un piccolo scrigno. Per la famiglia di Francesca, per i suoi amici che hanno seguito le pubblicazioni precedenti e l’enorme lavoro di raccolta della documentazione necessaria a confezionare quest’ultimo, ma anche per chiunque volesse cimentarsi a leggerlo”
[la recensione completa si trova qui:
http://www.memoriedalmediterraneo.com/2014/06/09/ricordi-dei-tempi-pazzi/]
Stefania B.
“Sono rimasta colpitissima dal tuo rigore di storica e dalla chiarezza del tuo stile (che è anche molto piacevole!)”.
Erica B.
“Ho dato volentieri il mio piccolo contributo al suo lavoro e leggerò con piacere e curiosità le vicissitudini e gli affanni quotidiani dei "nostri vecchi".
Concordo con lei che lo scrivere le storie dei nostri avi è un atto d'amore che esprime il bene che si può provare anche per persone di passate generazioni”.
Emanuele C.
“Un lavoro molto impegnativo. Alle spalle di questo lavoro c’è un forte Amore. Complimenti.”
Deana C.
“Un libro di grande valore storiografico che meriterebbe un'adeguata distribuzione.”
Gesualdo S.
“Questa ricerca per colmare una lacuna nell'albero genealogico risulta estremamente interessante. Riempire un vuoto mancante porta a immettere tanta pace nel proprio cuore. Sapere qual è il nostro passato conduce a vivere meglio il presente. Accuratissima ricerca di Francesca Taddei che merita un grande plauso”.
Stefano V.
“Un lavoro lodevole, fatto con accuratezza ed amore”.
Francesco
“Mentre lo leggevo mi continuavo a chiedere che cosa fosse "Il ramo ritrovato". Scioccamente cercavo di incasellarlo in genere letterario mentre scorrevano nomi, famiglie, generazioni e con esse alberi genealogici e piante di una Mantova che non c'è più e cresceva la curiosità di saperne di più sull'epoca e soprattutto sulla vita di quelle che erano persone e non personaggi! Alla fine ho capito che al di là di una prosa scorrevole e di una minuziosa ricerca era un grandissimo e generosissimo atto d'amore nei confronti di chi era stato rimosso dalla famiglia ufficiale e "affidato" all'oblio. Un atto d'amore che sicuramente ha richiesto pazienza, determinazione, coraggio, intraprendenza oltre a competenze tecniche che Francesca ha sapientemente saputo mettere a servizio della sua ricerca. Ne è venuto fuori un minuzioso e certosino racconto di un'epica familiare che spero possa essere la base per un futuro lavoro di ricostruzione anche romanzata di una grande famiglia e di un'epoca, che penso la penna della nostra Francesca possa tranquillamente affrontare. Un'ultima cosa: Francesca non volendo ha ricostruito una costellazione familiare rendendo la vita e il meritato rispetto a chi era stato messo in silenzio, vedi la discussa teoria di Bert Hellinger, e ripristinando una sorta di giustizia affettiva. Grazie Francesca!”
Simona R.
“Lavoro particolare e impegnativo alla ricerca delle proprie radici, e di quel ramo mancante dell'albero che contiene tante vite con tante storie da raccontare...”
Daniele F.
“Leggere il ramo ritrovato è stato come tornare indietro nel tempo. Circa un anno fa pubblicavo "Un seme d'inverno", e in ogni riga e in ogni parola del testo "Il ramo ritrovato" ho sentito assonanze e similitudini che mi hanno emozionato. Una ricerca incessante e profonda quella di Francesca Taddei che non rinuncia mai al sentimento e all'emozione. Un ramo amputato che ha perso linfa e vitalità, ma che può rinverdire e tornare ad essere se riusciamo a ritrovare la sua essenza dispersa. Un lavoro notevole, di grande intensità emotiva”.
Anna Maria R.
“Un lavoro veramente bello, paziente e affascinante”.
Giancarmine F.
“È stato molto appassionante leggere e ripercorrere le varie vite di un intero ramo familiare: l’autrice è riuscita in un’impresa davvero non facile, ovvero far appassionare il lettore partendo da numerose date e vari luoghi senza una vera trama da far seguire, ma soltanto ricostruendo i vari collegamenti familiari e i tempi delle loro esistenze, facendolo in modo veramente intrigante.
Avevo seguito la storia d’amore del personaggio principale, Zina, nella raccolta di lettere “Dovete amarmi molto e senza fine”, ma grazie a “Il ramo ritrovato” ho scoperto tanti nuovi e interessanti aspetti della sua vita e dei suoi parenti.
Conoscerli li ha resi vivi, soprattutto per le molte disavventure che hanno vissuto e superato.
La ricerca storica che ha fatto l’autrice è stata veramente notevole: la sua tenacia nell’indagare le varie connessioni familiari, ritrovare le documentazioni per ricostruire i tempi e i luoghi dei suoi avi sono state decisamente ampie e laboriose, ma hanno fatto sì che riuscisse a ricostruire in modo completo tutte le vicende di queste persone le cui esistenze sono tuttora vive proprio grazie a questa incredibile ricostruzione”.
Francesca V.
“A volte ci affanniamo ad inventare trame, intrecci, personaggi, quella che in sintesi chiamiamo storia. Quando invece è proprio la Storia, quella con la esse maiuscola, ad aver già scritto per noi pagine inimitabili, piene di vita ed irripetibili sorprese. Francesca ha avuto il grande merito, molto raro, di scovarle, riordinarle e come dice poeticamente lei, di strapparle per sempre all'oblio. Ricordandoci anche che uno scrittore è tale, solo quando sa raccontare”.
Demian R.
“Un libro prezioso, che contiene tante grandi storie incastonate nella cornice della Storia. E addentrandosi nelle storie struggenti dei membri del ramo ritrovato, si intravede in filigrana la altrettanto appassionante storia dell’autrice, in un cortocircuito tra letteratura e realtà: le vicende romanzesche dei “personaggi” (persone realmente vissute, invero) si intrecciano alla detective story di Francesca Taddei, di cui si immaginano i trasalimenti ad ogni scoperta d’archivio, i sobbalzi del cuore di fronte agli edifici che hanno accolto le peripezie degli antenati, la tenacia nella ricostruzione delle discendenze familiari. Tanto da provare un profondo senso di ingiustizia ogniqualvolta si compulsano gli alberi genealogici annessi al libro e si scorge, accanto alla data di nascita di un componente della famiglia, un punto interrogativo in corrispondenza di quella di morte, e ci si trova a maledire Archivio e Destino per non aver saputo essere all’altezza di un simile atto d’amore. L’autrice, rivolgendosi ai suoi personaggi, scrive “grazie per esservi lasciati trovare”: a lei va un grazie di cuore per aver sollevato il velo. E un grazie di cuore va a due persone di carne, ossa e sangue che sono al contempo personaggi autenticamente letterari: colei che si adopera a prezzo di enormi sacrifici perché le cose possano compiersi, e colui le cui lettere gettano decisivi squarci di luce sul passato: il Deus Ex Machina e il Testimone: Regina e Rudi”.
Sergio C.
“A volte, per "ritrovarsi", si ha proprio bisogno di partire dalle origini più remote!”
Lorenza
“Per lo stralcio che ho potuto leggere sembra una storia interessante e ben scritta, a metà strada tra una saga familiare ed un romanzo storico, presumo interessante nel prosieguo.”
Clara A.
“Un intreccio di trame ben scritto, di scorrevole e piacevole lettura, Un romanzo storico, dove si diramano le vicende familiari. Complimenti.”
Cristina D.
“I ghetti, credo ne esista almeno uno in ogni paese. E qui se ne parla, in questa storia vera e di spessore. Un ramo di famiglia tenuto nascosto come fosse una vergogna avere un parente ebreo. Mi piace.”
Pina V.
“È una pubblicazione davvero interessante. Complimenti”.
Giulio S.
“Nel libro c'è un ramo di famiglia ritrovato dopo la shoah, rami di alberi che rappresentano uomini giusti sopravvissuti al più perverso male del '900.”
Angelo R.
“Libro molto interessante: ‹‹non riuscivamo a rassegnarci al fatto di non sapere niente su un intero ramo della famiglia››; impegnato, storico e sinceramente siamo lieti come lettori di imbarcarci in ‹‹questa sorta di arca di Noè della memoria››. Da leggere.”
Angelo P.
“Francesca, è bellissimo. Ti ammiro e ti apprezzo tanto per il grande lavoro documentario che hai fatto ma soprattutto perché hai saputo ricostruire la fisionomia dei tuoi antenati, e veramente sei riuscita a farli rivivere strappandoli dall'oblio - per usare le tue parole. Deve essere bellissimo sentire quanto sono profonde le proprie radici. Mi hai fatto venire voglia di fare anch'io qualche ricerca...”
Maria Paola C.
“Ho finito il tuo libro avendo molta curiosità per la conclusione che purtroppo non è piacevole, ma chiude con efficacia la sequenza di quelle vicende familiari frutto delle tue – vostre – non facili ricerche. Mi restano impressi i nomi e la vita di Zina e Alessandro, di Eugenio "libero pensatore", di Mario e Teri, di Vaniglia... e quanto una parola o un nome scritto su una lapide non possa racchiudere la storia di quella vita se non la si è voluta conoscere.
Come scrivi tu ad un certo punto, quanto facilmente siamo portati a non raccontare la verità sulla storia – che ci portiamo dietro – della propria famiglia o, meglio, a non parlarne affatto e ad occultare gli intrecci di incontri e di relazioni e vicende, di cui siamo il risultato! Questo annulla ogni curiosità e rende la vita un'ovvietà che non richiama il senso.
Grazie del tuo libro, quindi.”
Giulia G.
“Ho finito “Il ramo ritrovato”. Per prima cosa mi congratulo per la tua capacità e per la tua resistenza nella ricerca. Sei davvero una maratoneta! Come lettrice ti confesso però che ho avuto momenti di sperdimento perché il materiale che hai accumulato è davvero tanto, forse troppo. Di alcuni personaggi non sono riuscita a far in tempo a formarmi un'idea, a sedimentare un ricordo che subito altri incalzavano la mia attenzione. Avrei avuto bisogno di sostare di più in compagnia di alcuni e di tralasciare altri. In ogni caso è stato bello seguire le tue piste. Te ne ringrazio e ti auguro un 2017 di intensa scrittura.”
Silvia C.
“Cara Francesca, ti ringrazio per l'immersione in storie di vite complesse e affascinanti che raccontano tanto della storia di tutti noi.”
Silvia C. [omonima della precedente]
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